Donne e STEM: un divario ancora troppo ampio in Italia
Il divario di genere nelle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) è un tema ancora aperto in Italia. I dati del 2023 rivelano una realtà preoccupante: solo il 16,8% delle donne tra i 25 e i 34 anni ha conseguito una laurea in queste materie, a fronte del 37% degli uomini. Questa disparità evidenzia quanto il percorso verso la parità di genere in ambito scientifico e tecnologico sia ancora lungo e pieno di ostacoli.
Ma perché le donne sono meno presenti nelle facoltà STEM? Le cause sono molteplici e affondano le radici in fattori culturali, sociali ed economici. Fin dalla giovane età, bambine e ragazze vengono spesso indirizzate verso percorsi di studio considerati più “tradizionalmente femminili”, mentre le discipline tecnico-scientifiche restano appannaggio degli uomini. Stereotipi di genere radicati nella società contribuiscono a scoraggiare le giovani donne dall’intraprendere carriere in settori come l’ingegneria o l’informatica, alimentando una percezione errata secondo cui queste materie sarebbero più adatte agli uomini.
Questa carenza di donne nelle STEM non si limita al mondo accademico, ma ha ripercussioni significative anche sul mercato del lavoro. I settori tecnologico e scientifico sono tra i più dinamici e meglio retribuiti, eppure le donne continuano a essere sottorappresentate sia in termini di occupazione sia nei ruoli di leadership. Questo non solo limita le opportunità di crescita professionale per molte giovani, ma riduce anche il potenziale innovativo del Paese. Diversi studi dimostrano che team eterogenei, composti da uomini e donne, sono più creativi ed efficienti nella risoluzione dei problemi.
Negli ultimi anni, diverse iniziative sono state messe in campo per incentivare la partecipazione femminile nelle discipline STEM. Programmi di mentoring, borse di studio dedicate e campagne di sensibilizzazione stanno cercando di cambiare la narrazione e rendere più accessibili queste carriere alle ragazze. Tuttavia, il cambiamento è ancora troppo lento. Serve un impegno più deciso da parte delle istituzioni, del mondo accademico e delle aziende per garantire pari opportunità e abbattere le barriere che impediscono alle donne di emergere in questi settori.
Il futuro della tecnologia e dell’innovazione non può permettersi di escludere il talento femminile. Per colmare il divario di genere nelle STEM, è essenziale investire in un’educazione inclusiva, promuovere modelli di riferimento femminili e creare un ambiente di lavoro più equo. Solo così potremo costruire una società più giusta, dove le competenze e le passioni contano più dei pregiudizi.